Il 9 settembre, data della sua ultima visita italiana, Rupert Murdoch – l’editore australiano che è anche il proprietario di Sky – ha dovuto rassicurare i più giovani e i più italiani tra i suoi manager. Spaventato dall’offensiva del calcio sul digitale terrestre, qualche manager di Sky temeva di finire stritolato. L’azione, d’altra parte, si profilava già allora a tenaglia, con Mediaset sulla destra e Telecom sulla sinistra. Lui, Murdoch, ha spiegato che il suo gruppo editoriale, la NewsCorp., fronteggia avversari in ogni angolo del pianeta, dagli Usa all’India. Quindi la sfida andava raccolta, anche in Italia, senza paura. Il settimanale The Economist, nel numero in edicola oggi, si chiede se tanta sicurezza non celi in realtà inconfessabili preoccupazioni.
Fatto sta che ieri, nella sede romana di Sky in via Salaria, ha preso corpo questa strategia dell’orgoglio. In conferenza stampa, lo stato maggiore dell’emittente parla a due destinatari, a due clienti. Intanto agli sportivi (che già si chiedono se il digitale terrestre sia bello uguale e più economico). E poi parla alle mogli degli sportivi (determinanti quando si tratterà di decidere se cancellare gli abbonamenti a Sky).
Qualche messaggio, infine, parte pure in direzione di Palazzo Chigi e del
turbolento governo del calcio.
Agli sportivi, Sky propone ora una confezione molto più dinamica delle
partite, a partire dal calcio. Durante le sfide, il tasto verde del telecomando
permetterà di aprire 3 nuove finestre sullo schermo, tutte sulla destra:
la prima farà rivedere le cose più belle capitate dall’inizio
della partita; la seconda le ultime tre azioni; mentre la terza finestra consentirà ai
più tecnici di pedinare le mosse di un singolo giocatore. Il messaggio
agli sportivi, alla fine, è nelle parole di Tullio Camiglieri, direttore
della Comunicazione di Sky: “Noi – dice – trasmettiamo quasi
1200 partite in un anno. Ci sentiamo i più forti. La nostra offerta non è paragonabile
con nessun’altra, sia sul calcio che sul cinema”.
Anche il Tg di Emilio Carelli si moltiplica, diventando interattivo. Stesso meccanismo: tasto verde, e il video si divide in sei. Questi piccoli schermi offrono uno il notiziario in diretta, l’altro il meteo (con previsioni dalla singole città), l’altro solo le notizie sportive o di spettacolo. Il messaggio, stavolta, è alle mogli e ai figli del papà tifoso: se davvero dovesse proporvi di tagliare i fili e l’abbonamento, in nome del digitale terrestre, spiegategli che Sky non è solo partite.
Se il proprietario di Mediaset, e presidente del Consiglio, e presidente uscente del Milan si chiama Silvio Berlusconi, la prudenza è d’obbligo. Ma Sky medita da tempo, e ormai fa trapelare, un’azione in sede europea. Quando l’emittente nacque dalla fusione di Stream e Tele+, l’Unione europea le impose una serie di paletti, come su una pista di sci. Sky, in ragione del suo monopolio nel satellitare, non poteva firmare contratti con le squadre più lunghi di due anni.
Ora questo limite – dice Sky – va rimosso, perché il digitale
terrestre ha stravolto il mercato. Altro problema è il contributo statale
all’acquisto del decoder (70 euro). Da tempo, Sky studia le carte comunitarie,
anche al Consiglio d’Europa, per dimostrare che un contributo pubblico
andrebbe garantito all’acquisto di qualsiasi decoder, incluso quello Sky
per il satellitare.
Ultimo messaggio, stavolta ai club, arriva da Giovanni Bruno, direttore di
Sky Sport. “Abbiamo pagato tanto i diritti delle partite”. Ma le
prossime trattative saranno diverse e condotte molto al ribasso.