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File-Sharing, è legale? La parola alla Corte Suprema

Un giro di vite legislativo sul “file-sharing”, auspicato dalle major dell’intrattenimento, rischia di bloccare lo sviluppo di internet, in particolare di nuovi servizi online che promettono grandi opportunità ai “surfer” di tutto il mondo. È questo il pericolo che segnala il New York Times, riecheggiando le preoccupazioni dei circa 750 operatori dell’hardware e del software convenuti alla Conferenza sulle tecnologie emergenti, che oggi si chiude a San Diego, in California. La temuta stretta legislativa in materia di condivisione di file sul Web potrebbe arrivare il prossimo 29 marzo, quando la Corte Suprema degli Stati Uniti esaminerà il caso “Mgm vs Grokster”.

Lo scorso agosto, un tribunale di San Francisco sentenziò che i titolari dei servizi di file-sharing Grokster Ltd StreamCast Network Inc. non erano da ritenersi responsabili delle violazioni del diritto d’autore che, per mezzo di quel servizio, venivano perpetrate. I giudici californiani si rifecero a un precedente del 1984, quando la Corte Suprema stabilì che la Sony non aveva alcuna responsabilità del fatto che tanti usassero il sistema di videoregistrazione Sony-Betamax per realizzare copie pirata di pellicole cinematografiche. Quel sistema, argomentò la corte, è stato creato e può ben servire per operazioni del tutto legali, e questo scarica la Sony da ogni responsabilità. I legali della Mgm, però, hanno deciso di fare ricorso contro la sentenza di San Francisco, e il caso è in procinto di essere esaminato dai giudici supremi. La loro sentenza, scrive il Nyt, “potrebbe bloccare un tumultuoso proliferare di nuovi servizi internet che nulla hanno a che fare con la difesa dei diritti d’autore delle opere musicali o cinematografiche, il nodo del contendere all’esame della corte”.

Il quotidiano Usa cita alcune di queste innovazioni: il sistema canadese “Flickr” (il link esiste già, www.flickr.com; a breve sarà operativo), che “rende possibile agli internauti di condividere e catalogare con grande efficacia milioni di fotografie digitali”; il servizio A9 di Amazon che, come ha spiegato lo stesso numero uno della grande società di “B2C”, Jeff Bezos, è un motore di ricerca che rende estremamente facile per gli utenti di condividere ricerche specifiche su un’ampia varietà di soggetti, dall’elettronica ai contenuti dei giornali alle informazioni sulle pagine gialle. Dalla i-Fabricate di Emeryville, continua il Nyt, arriva un nuovo servizio online creato per gli inventori dilettanti, che consente di condividere online i propri progetti (in particolare, quelli dei garage fai-da-te: siamo in California). Ciò ed altro considerato, ai giudici della suprema corte Usa arriva, dalla vasta platea della conferenza di San Francisco, una supplica: quella di tener presente, nelle loro deliberazioni, che il file-sharing, soprattutto adesso, è lungi dall’essere soltanto la duplicazione di opere coperte dal diritto d’autore.

Quelle Bernabè Digital Magazine

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