: Il satellite di Playboy…

Il satellite di Playboy scompare nello spazio

Perso Intelsat Americas-7, trasmetteva il canale per adulti
L’incidente mette a rischio un’acquisizione da 5 miliardi

Il satellite di Playboy scompare nello spazio

Roma,

L’improvvisa perdita di un satellite per le telecomunicazioni ha gettato nello sconforto gli abbonati americani di un famoso canale televisivo per adulti, che sono stati privati senza preavviso delle loro trasmissioni preferite.

Il satellite Intelsat Americas-7, usato per diffondere il segnale di Playboy Channel negli Stati Uniti, nel Canada e in buona parte dell’America Latina, ha smesso improvvisamente di funzionare domenica scorsa. Intelsat ha attribuito la morte del dispositivo a un inatteso problema elettrico. La perdita di Amercas-7 ha significato l’immediato blackout di tutti i servizi veicolati dal satellite.

Il panico per i clienti di Playboy Channel è durato solo qualche ora, il tempo di dirottare il segnale dell’emittente su un altro veicolo della flotta Intelsat. Stesso riguardo è stato usato nei confronti di altri “passeggeri” di prestigio, come l’Ufficio lotterie del Nebraska. Ma altri clienti non sono stati così fortunati: l’internet provider StarBand lamentava ancora problemi a 48 ore dalla morte di Americas-7.

Ma a fare le spese dell’incidente potrebbe essere soprattutto la stessa Intelsat. Proprio in questi giorni, infatti, è stato reso noto il progetto di vendere la compagnia, che impiega 850 persone, ad un consorzio di acquirenti chiamato Zeus Holdings. Valore stimato dell’operazione, 5 miliardi di dollari.

La vita media di un satellite è di 15 anni. Americas-7 era stato lanciato solo nel 1999. Intelsat non perdeva un satellite dal 1972, e l’incidente arriva proprio nel momento meno opportuno. Con la perdita del satellite, infatti, il consorzio Zeus ha il diritto di rinunciare all’acquisizione di Intelsat. Anche per questo, la compagnia si è affrettata ad annunciare il lancio di un nuovo apparecchio, battezzato Americas-8, previsto per il prossimo 17 dicembre.

Fonte la Repubblica

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