: I DVD player cinesi…

I DVD player cinesi costeranno ancora meno?

Due costruttori cinesi danno battaglia sulle licenze della tecnologia e accusano: a noi le fanno pagare di più. Se vincono non avranno più concorrenza

Roma,

I DVD player cinesi hanno da tempo invaso i mercati occidentali grazie ad una discreta affidabilità ma soprattutto grazie al prezzo stracciato. Un prezzo che nei prossimi mesi potrebbe calare ulteriormente se va in porto una clamorosa azione giudiziaria intentata da due big del settore.

Wuxi Multimedia e Orient Power, produttori cinesi di dispositivi DVD, hanno accusato il 3C Patent Group americano di aver violato la leggi statunitensi sul copyright e di rilasciare alle industrie cinese le licenze per l’uso delle tecnologie DVD ad un costo maggiorato rispetto a quello praticato alle imprese di altri paesi.

La questione è di enorme importanza, visto che il 3C gestisce le licenze per conto di alcune case che detengono brevetti per diverse tecnologie e tra queste colossi come Sony, Pioneer e Philips. Qualora alle due aziende cinesi venisse riconosciuta la fondatezza della denuncia presentata alle autorità americane, i costi di produzione dei DVD player si abbasserebbero ulteriormente se è vero, come asseriscono, che ai loro competitor internazionali il 3C offre tutt’altro trattamento. Attualmente per ogni DVD player cinese vengono versati 20 dollari in licenze mentre ai produttori occidentali verrebbe praticato un prezzo assai inferiore.

Questa sorta di “discriminazione industriale” è sentita anche al di fuori della Cina, tanto che anche la coreana LG Electronics sembra intenzionata a far sentire la sua voce.

Aton Handal, il legale americano che sta seguendo il caso per conto della Wuxi, ha spiegato che “intendiamo ottenere una sentenza che renda invalido il gruppo di brevetti 3C e chiederemo un rimborso di tutte le royalty sui player DVD fin qui raccolte”. In più vengono chiesti danni pari a tre volte quella cifra. Dalla loro, i produttori cinesi hanno le associazioni di categoria locali che al ChinaDaily hanno spiegato di ritenere che, se la cosa va in porto, tutta l’industria cinese ne trarrà giovamento.

Fonte Punto Informatico

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