: SKY: che fine farà il Seca?

SKY: che fine farà il Seca?

Lo rivela Jepssen nel suo Comunicato Ufficiale

Agira,

Com’è noto, ormai da mesi Sky Italia, con propri comunicati e dichiarazioni ufficiali, diffusi anche a mezzo stampa, ha sostenuto che avrebbe cessato le trasmissioni dei programmi in standard SECA 2, in favore del solo standard proprietario NDS, entro il 31.12.2004.

L’indicazione di tale termine, per quello che era dato dedurre per le stesse dichiarazioni fatte, costituiva per Sky una data non solo improrogabile ma anche di facile raggiungimento.

In realtà, le cose sono andate in maniera del tutto diversa: non certo per le difficoltà di consegna per il numero di abbonati (essendo questo solo un inconsistente alibi) ma piuttosto perché la decisione, come presa, dell’abbandono del Sistema SECA 2, costituendo una grave lesione di diritti costituzionalmente garantiti, sta incontrando non poche difficoltà attuattive.

E così, in seguito all’iniziativa legale intrapresa, avanti la Corte d’Appello di Roma, dalla Jepssen contro Sky Italia, per la violazione della Legge Antitrust e per l’ abuso di posizione dominante (1) nel corso dell’ udienza svoltasi lo scorso 17 dicembre, su sollecitazione di Jepssen, Sky Italia ha ammesso – con dichiarazione a verbale – che il termine del 31.12.2004 non potrà essere rispettato, con la conseguenza che le trasmissioni in SECA 2 non cesseranno per quella data, contraddicendo così, ed in maniera eclatante (vista la sede dove resa), quanto finora sostenuto con ogni clamore di mezzi.

Questo ulteriore comportamento, conferma, laddove ce ne fosse ancora bisogno, qual è la strategia messa in opera da Sky, in questi mesi: costringere gli abbonati, in poco tempo e con apparenti e perentorie scadenze, ad accettare un ricevitore dedicato dallo standard proprietario (NDS) minacciandoli di non potere vedere diversamente i propri programmi preferiti (sicchè la necessità di tempi molto stretti è dettata, in realtà, dal bisogno di non dare all’abbonato il tempo di riflettere).

Pur di costringere, in “fretta”, gli abbonati vecchi e nuovi a disfarsi del proprio decoder o di non comprarne uno nuovo e ad utilizzare solo quello di Sky Italia, sono stati irretiti con una valanga di messaggi pubblicitari, tutt’ora in corso, in cui si asserisce a caratteri cubitali che viene offerto un ricevitore “gratis”, salvo poi, scoprire che in realtà è solo in comodato gratuito (classico esempio di pubblicità ingannevole).

Sky ha più volte affermato che questa iniziativa serve a garantirla contro la pirateria, ma la realtà è ben altra.

Infatti, per difendersi dalla pirateria Sky Italia avrebbe dovuto solo far ricorso agli strumenti di legge esistenti, al fine di perseguire e reprimere questo genere di reati. Invece, ha deciso di imporre un proprio decoder e di trasmettere solo in uno standard proprietario, in palese violazione della normativa italiana e comunitaria in materia di antitrust, telecomunicazioni, pubblicità, ecc.

Va sottolineato, ancora, che contestualmente alla decisione di imporre un proprio ricevitore, Sky Italia, ha costituito una propria società per la raccolta pubblicitaria (una concessionaria che svolge un ruolo equipollente a Publitalia in Mediaset, per essere chiari).

Allora, bisognerebbe domandarsi perché Sky Italia ha deciso tutto questo, contravvenendo anche agli impegni presi innanzi alla Commissione Europea allorché acquisì il controllo totale delle imprese Telepiù SpA e Stream SpA (2)?

Chiara la ragione: Perché possa avere il controllo totale su tutto il mercato della tv satellitare italiana.

Disponendo di milioni di ricevitori in grado di ricevere solo in uno standard proprietario (NDS) installati su tutto il territorio nazionale, evita che nuovi soggetti possano inserirsi nel mercato della tv satellitare a pagamento, se non cercando accordi con la stessa, che avrebbe comunque una palese posizione dominante.

Come se non bastasse, Sky sta, inoltre, ponendo le basi per il controllo di tutta l’emittenza televisiva satellitare in chiaro. Infatti, le emittenti in chiaro, non disponendo di un canone, hanno bisogno di raccogliere, per esistere o per continuare ad esistere, inserzionisti pubblicitari. Per raccogliere più pubblicità e avere maggiori ricavi devono avere un numero consistente di telespettatori.

Com’è noto, una delle tante vessazioni di Sky Italia è quella di imporre ai propri abbonati il ricevitore programmato e aggiornato nelle funzioni e nella sintonizzazione dei canali in remoto dalla stessa Sky Italia, senza la possibilità di sintonizzazione (stranamente) di tutti i canali ricevibili, ma esclusivamente quelli graditi a Sky: qualche decina di canali in chiaro, con la lusinga, dopo forti pressioni delle associazioni dei consumatori, di estenderli. In questo modo, qualsiasi emittente in chiaro che voglia essere vista dai milioni di abbonati Sky sa che la sua sorte dipenderà dalla decisone di Sky di includerla o meno tra le emittenti ricevibili con il proprio decoder.
A quale concessionaria di pubblicità si rivolgeranno?

Ma il controllo non si limita a questo, perché la tv satellitare non è solo business ma è anche informazione (telegiornali, programmi di approfondimento, ecc.) e, qui, Sky Italia costituisce il vero e più grande pericolo: la violazione del più importante di nostri diritti, il diritto ad una informazione corretta e pluralista.
Concentrare nella mani di una sola azienda il controllo totale della emittenza satellitare, uno dei mercati legati alla comunicazione e alla informazione tra quelli che in futuro avranno un sempre maggiore sviluppo, è un rischio che la democrazia e i cittadini italiani non possono correre.

Massima attenzione, su questo tema fondamentale, è stato mostrato dalle più grandi associazioni dei consumatori italiane e da autorevoli esponenti politici, che hanno sottolineato che il danno economico che Sky sta arrecando alle aziende operanti nel settore (emittenti satellitari e produttori di ricevitori) per quanto grave e irreparabile possa diventare addirittura marginale rispetto a quello enorme del controllo dell’informazione.

Singolare (e anche questo dovrebbe far riflettere) che per una volta fianco a fianco stiano combattendo una battaglia comune per la difesa degli interessi dei cittadini un produttore, la Jepssen, e le principali associazioni dei consumatori.

Di fatto Sky Italia sta per trasformarsi in una sorta di “Ministero della Comunicazione per la Tv Satellitare”, in grado di rilasciare “licenza di trasmissione” alle emittenti in chiaro e criptate.

E, come se non bastasse, chi e come potrà impedire che Sky decida, a seconda delle proprie convenienze, quale schieramento politico appoggiare (come già avvenuto in altri paesi dove la stessa opera), quali artisti e giornalisti fare lavorare, a quali notizie dare maggiore risalto e tutto quanto ancora si possa purtroppo immaginare?

I monopoli – la storia insegna – non hanno mai giovato all’economia, agli interessi dei cittadini e dei consumatori, ma, soprattutto non hanno giovato alla democrazia e alla libertà.

Questo è un rischio che non possiamo permetterci di correre e per questo facciamo appello a tutte le forze democratiche, ai politici, al governo, agli organismi di controllo, ai giornalisti di attenzionare da subito il problema, perché si ponga immediato rimedio, non solo dal punto di vista economico (gravissimo), ma ponendo l’accento su quello più grave dell’attentato al diritto di ognuno di noi di vivere in un paese dove le regole democratiche vengano rispettate e il diritto alla libertà non venga violato.

Facciamo appello anche agli altri produttori che intervengano senza ulteriori indugi o paure, perché il cliente-consumatore è la principale risorsa di un’azienda, ma questo non può essere solo uno slogan pubblicitario!

Facciamo appello, con particolare riguardo, a chi istituzionalmente è chiamato a vigilare che le norme vengano rispettate, verificando se la violazione della cd. “legge sul decoder unico” (3) tutt’ora in vigore, possa integrare reati perseguibili d’ufficio per l’illecita immissione su tutto il territorio italiano di prodotti non conformi alle leggi vigenti in quanto non in grado di ricevere tutte le emittenti satellitari in chiaro e criptate italiane ed estere, norme che prevedono financo il blocco della distribuzione e il sequestro dei prodotti illeciti.

Con ferma fiducia nella Giustizia Jepssen ha iniziato una delicata controversia civile, confidando nella serenità di chi è chiamato a decidere non solo sul danno economico arrecato da Sky Italia ma soprattutto su quello, più grave che si sta consumando nei confronti dei diritti e delle libertà dei cittadini, che stanno alla base della Costituzione Italiana e dell’ordinamento democratico del paese.

Questa è una battaglia che Jepssen non vuole combattere e vincere da sola, perché la libertà e la democrazia sono beni di tutti, e tutti abbiamo lo stesso diritto ed il medesimo dovere di difenderli.

  1. Si tratta di un procedimento per provvedimento d’urgenza ex art. 33, 2° co., della Legge 10.10.1990, n. 287, finalizzato ad ottenere l’inibitoria della conversione del sistema SECA 2 in quello NDS, nei termini prospettati da SKY ITALIA SRL con il noto comunicato del 27.4.2004;
  2. In seguito alle preoccupazioni espresse dalla Commissione Europea, la The News Corporation Ltd, società che controlla la NDS GROUP plc, società che a sua volta controlla interamente la NDS Lmtd – in altre parole, il gruppo economico che detiene la quota di controllo originariamente pari all’80,1% ed oggi pari al 100% di SKY ITALIA SRL – assunse una serie nutrita di impegni e, tra questi, uno in particolare per cui “i) Newscorp farà in modo che NDS conceda alle terze parti interessate, a prezzi equi e non discriminatori, le licenze per il suo sistema di accesso condizionato (CAS)”;
  3. D.L. 30.1.99, n. 15 (in G.U.R.I. n. 24 del 30 gennaio), convertito nella L. 29.3.99, n. 78 (in G.U.R.I., 31.3.99, n. 75) art. 2 comma 2 recita: I decodificatori devono consentire la fruibilità delle diverse offerte di programmi digitali con accesso condizionato e la ricezione dei programmi radiotelevisivi digitali in chiaro mediante l’utilizzo di un unico apparato… “Dal 1 luglio 2000 la commercializzazione e la distribuzione di apparati non conformi alle predette caratteristiche sono vietate…”.

Dalla Direzione Generale, addì 20.12.2004

JEPSSEN

Fonte Jepssen

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