: Tv digitale terrestre, a…

Tv digitale terrestre, a quando la verità?

Dalla Sardegna sono squillate le trombe di Gasparri&C., ma nessuno crede allo switch off della fine 2006

Oltre due milioni di decoder già venduti alla fine di marzo 2005. E quasi 2,2 milioni di tessere per la pay per view del calcio distribuite da Mediaset (1,6 mln.) e La7. Conferma dello switch off, cioè del passaggio definitivo dall’analogico al nuovo sistema al 31 dicembre 2006. È quanto emerso dalla prima conferenza nazionale sul digitale terrestre, organizzata a Santa Margherita di Pula (Cagliari) dall’associazione DGTVi, alla quale aderiscono Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, DFree, Frt e Fondazione Ugo Bordoni. La risposta del mercato secondo le stime di GFK Margketing Services Italia è positiva. In base a una ricerca svolta dalla società milanese su un campione di 1.124 punti vendita rappresentativo di 8.645 negozi, a marzo i decoder venduti finora sarebbero1.910.400, dei quali 1.073.000 (cioè il 56,2%) con l’incentivo statale, 752.000 (il 39,4%) senza finanziamento, mentre gli altri 85.000 (il 4,4%) sono zapper, cioè modelli non interattivi. Dati che, secondo il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, rappresentano «un boom: neanche la telefonia mobile al suo esordio ebbe un successo simile».

Fin qui il ritratto tutto ottimistico di una conferenza che, sebbene abbia riscosso spazi esigui se non nulli sui quotidiani nazionali, ha suonato le trombe dell’Italia paese all’avanguardia sulla strada del digitale terrestre. Una musica, questa, che piace ovviamente tantissimo al ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, il quale, dopo aver fatto la cifra del suo dicastero con la legge che porta il suo nome e che molti considerano già in parte superata, adesso accarezza il sogno di fare bingo col passaggio a tappe forzate al sistema Dtt. Un sogno destinato a rimanere tale, cosa che intimamente sa anche lo stesso Gasparri che, fuori dall’ufficialità dei microfoni e dei palchi, replica guardingo a chi gli riversa tutti i dubbi sulla data del 31 dicembre 2006. Insomma, tutti o quasi sembrano convinti che lo switch off non sarà mai rispettato, ma l’importante è affermare l’esatto contrario. Un bel giorno, tuttavia, qualcuno dovrà ammettere la realtà e a poco serve che il ministro continui a prendersela con questo giornale, solo perché è stato il primo a scrivere ciò che la maggioranza degli operatori pensa.

Persino i numeri forniti ci sembrano contestabili. Dei due milioni di decoder venduti, addirittura il 40% sarebbe ancora invenduto nei negozi. E come pensano, dalle parti del ministero&C., di arrivare in poco più di un anno e mezzo a vendere o piazzare gli altri 30 e passa milioni necessari allo switch off? Aspettiamo risposte.

Intanto registriamo un fatto curioso: le Poste Italiane che, salvo comunicazione contraria, sono ancora un’azienda pubblica, pubblicizzano la vendita del decoder a prezzi scontati con la card per il calcio di Mediaset e La 7. Della Rai neppure l’ombra. D’altra parte la televisione pubblica ha mollato del tutto la partita del calcio, l’unica che sembra spingere il digitale. Comunque proprio un bell’esempio di sinergia pubblica.

Fonte .COM

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Decoder

Apparecchiatura elettronica preposta alla messa "In chiaro" di segnali audio/video.